Festa dei Gigli: #giglizzazione# del linguaggio e del corpo

Miniatura della scheda Festa dei Gigli: #giglizzazione# del linguaggio e del corpo
  • Regione: Campania
  • Provincia: NA
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Descrizione

La testimone narra la sua esperienza personale di legame fortissimo con la festa dei Gigli, pur essendo donna, del suo essere stata educata alla festa dai suoi genitori fin da piccola e di come la festa per moltissimi Nolani scandisca il tempo come se fosse il Natale o il Capodanno. Nel suo lavoro, lei insegna in un istituto superiore fuori Nola, si è trovata più volte a dover spiegare ai suoi allunni cosa succede a Giugno a Nola e cosa sono i Gigli e racconta l'episodio di un ragazzo non vedente che, rimasto incantato dai suoi racconti sulla festa, decise di venire e parteciparvi per la prima volta. Nonostante la folla, il caldo, l'impossibilità di vedere concretamente i Gigli o le #paranze# quel ragazzo rimase colpito dalla musica, dai comandi ascoltati del #capoparanza#, dai commenti della folla accanto a lui. In qualche modo è come se la passione per la festa possa scattare al di là del tuo ruolo o delle tue capacità di starci dentro. La testimone spiega, quindi, come esista una vera e propria #giglizzazione# del linguaggio e del corpo a Nola. Come a partire dai #collatori# che si deformano le spalle per il ripetuto sforzo e sfregamento sotto la #varra# nel trasporto dell'obelisco, ma anche il pubblico che deve ballare e muoversi e incitare le #paranze#, come i musicisti, i cantanti, chiunque, abbia un ruolo che contribuisce a creare la festa. Così anche il linguaggio che è stratificato nella comunità nolana, oltre al corpo vero e proprio messo a dura prova dalla fatica vera e propria di partecipare ad ogni istante della festa, acquisisce attraverso forme proverbiali, metafore, e modi di dire usati quotidianamente, il senso della festa. Per esempio, #se ne vene a miezzo passo#, che significa che te la stai prendendo comoda, è un'espressione ricavata da un modo di portare il Giglio ma usata quotidianamente dai Nolani, seppure con una competenza passiva. Oppure #jamme ca' siconda#, cioè muoviti, facciamo presto che si rifa al comando del #capoparanza# che vuole far partire la musica per far alzare il Giglio; #staje co' peri 'nterra# cioè non ce la fai come quando il Giglio non si riesce ad alzarlo e quindi tocca col piede a terra; #mantenere il cantone#, cioè resistere alle situazioni più difficili come fanno i #collatori# che collano negli angoli del Giglio; #vieni a'ruopp o sarto#, cioè sei l'ultimo tra tutti, proprio come è il Giglio del Sarto, ultimo nell'ordine tradizionale della processione dei Gigli; #par' u turco int' a varca#, sembri il turco nella Barca, che è un personaggio che nella festa non ha considerazione ma che fa di tutto per farsi notare; #vutamm'a festa dei Gigli#, cioè trasformare qualunque tipo di evento o di musica a festa dei Gigli, anche matrimoni e funerali; #staje int'o stritt#, sto attraversando un momento o una situazione delicata come lo è il Vico Piciocchi nel percorso dei Gigli. Alcune espressioni legate più al mondo delle #paranze# come: #vieni a purtà l'acqua# cioè sei poco utile come chi viene a portare l'acqua ai #collatori# perchè non sanno o non possono #collare#; #sembra inchiodata come o' Giglio della Contea Nolana#, si riferisce a un Giglio di qualche anno fa che aveva un rivestimento pesante, tosto e si usa per indicare quando una ragazza è ben impostata fisicamente. E' un linguaggio che si rinnova di continuo. La testimone spiega molti esempi relativi alla #giglizzazione# del linguaggio e del corpo a Nola che dimostra come la festa ha una dimensione totalizzante per la comunità Nolana. Per esempio anche solo il camminare durante l'anno di molti uomini è uguale al portare il Giglio sulle spalle, oppure le mamme che cullano il bambino come se stessero facendo il #mezzo passo#, cioè un passo particolare, lento, del Giglio.

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